I rimandati | Roberto Zancan

massa critica | davide tommaso ferrando

Con un numero di idoneità decisamente inferiore alla media (20% contro il 50% per le altre discipline), l’esito della prima Abilitazione Scientifica Nazionale per il settore della progettazione architettonica ha decretato la temporanea impossibilità di accedere a una cattedra da professore associato per architetti e studiosi che, a parere di chi scrive, meriterebbero di essere presi in considerazione dalla nostra Accademia. Con questa serie di post, intendo investigare le ragioni della non abilitazione di un certo numero di candidati, da me scelti in maniera del tutto indipendente, riportando dal sito del Ministero (e mettendo a confronto) i rispettivi curricula e i giudizi espressi su di essi dalla commissione. Obiettivo di questo piccolo progetto editoriale è giungere a comprendere, per esclusione, quale sia oggi il “tipo ideale” di professore di progettazione secondo l’università (pubblica) italiana. Per poi metterlo – perché no? – in discussione.

Davide Tommaso Ferrando

Zancan

Fascia: II
Età: 50
PhD: Iuav di Venezia
Pubblicazioni: 90
Ricerca e docenza: Université du Québec à Montréal, Università di Catania, Iuav di Venezia, Politecnico di Bari, Università degli Studi di Trento, Centre Canadien d’Architecture Montreal
Curriculum Vitae

Giudizi individuali:

CAMPAGNOLA Riccardo
Età accademica 25 (50 anni). Laurea in Urbanistica c/o IUAV, 1992. Specializzazione in “Jardins et Paysages Historiques all’ Ecole Nationale superieure d’Architecture de Versailles” nel 1994. Dottorato di ricerca in ssd ICAR21 (Urbanistica) c/o IUAV nel 1999. Sono 6 le Ricerche e 11 gli insegnamenti attribuiti per incarico (all’estero : Université du Québec à Montréal (UQAM), Universitè de Montréal, Faculté de l’Aménagement de l’ Universitè de Montréal e nazionali: Catania, Venezia e Trento) dal 1994 al 2008. Le ricerche segnalate dal candidato , nazionali e internazionali, sono 12, ma di nessuna sembra esserne il responsabile. RIVISTE: Vice_direttore di DOMUS dal 2011; Membro del consiglio editoriale della rivista PÓS (Revista do Programa de 06/2009 Pós-Graduação em Arquitetura e Urbanismo de la Faculdade de Arquitetura Urbanismo de l’Universidade de São Paulo) dal 2009. I PROGETTI di architettura ricordati – i soli che interessano neì caso – sono 6 e terminano nel 2001 (dei quali tuttavia non viene data alcuna documentazione).Il candidato presenta 12 citazioni bibliografiche + 78 citazioni. Data la sostanziale equipollenza tra le prime e le seconde, alle dodici citazioni (nella loro pluralità tematica) sembra affidata la dimostrazione del multiforme virtuosismo del candidato : quasi “atlante eclettico”. Per questo, alla monografia “Spazialismi italiani. La lettura modernista della città e dell’architettura nell’epoca della ricostruzione”, sembra preferibile la “Silver surfer e le scatole cinesi. Stefano Boeri: un punto d’osservazione sull’ultimo ventennio di studi urbani in Italia”: un breve testo surclassato dalle sviluppatissime note a piè di pagina: una sorta di paradossale exemplum in cui l’esegesi distrugge il testo. Abilitazione: possibile solamente in ICAR21.

CIORRA Giuseppe
il candidato ha conseguito un dottorato di ricerca in Urbanistica nel 1999 a Venezia. Ha importanti esperienze editoriali (vicedirettore di Domus) ed esperienze di docenza in Italia e all’estero (Professeur invité presso Ecole d’Architecture de Paysage, Universitè de Montréal). Più che alla ricerca in senso accademico il suo impegno si è in questi anni (soparattutto gli ultimi, in cui si è avvicinato al settore disciplinare oggetto del concorso) è stato profuso nell’accumulare conoscenza sui fatti e le figure dell’architettura contemporanea. Le pubblicazioni sono ovvviamente molte e coerenti con quanto scritto. Si potrebbe abilitare ma con difficoltà.

GAMBARDELLA Cherubino
Dottore di ricerca, contrattista in Italia e all’Estero, dodici pubblicazioni e settantotto citazioni, il libro Spazialismi italiani, nonostante un notevole impegno, non riesce a leggere con coraggio la componente bidimensionale e plastica della città e dell’architettura italiana che proprio in quegli anni vive un dissidio che la condurrà lontano dalle dolenti pagine di Bettini e Ragghianti rintracciandone altrove la componente modernista. Semi incomprensibile e soggiogato da inutili virtuosismi il libro sul paesaggio. Altri testi sono a carattere giornalistico e prodotti come vicedirettore di Domus. Non Abilitato.

ORTELLI Luca
La maggior parte delle pubblicazioni presentate sono articoli di tipo giornalistico pubblicati su Domus (di cui è vice direttore). Degno di nota, per quanto la struttura sia poco convincente, il volume “Spazialismi italiani. La lettura modernista della città e dell’architettura nell’epoca della ricostruzione”. Dottorato di ricerca IUAV 1999. Ha partecipato a progetti di ricerca anche all’estero Esperienze didattiche come contrattista in varie università italiane e come Professeur invité presso Ecole d’Architecture de Paysage, Universitè de Montréal. Profilo sempre più orientato verso “l’architettura del paesaggio”. Nessuna pratica professionale. Pubblicazioni: 12 + 78
Nota: B- (abilitazione possibile)

TODARO Benedetto
il candidato, dottorato di ricerca nel 1999 a Venezia è vicedirettore di Domus ed ha svolto sporadici contratti di insegnamento in Italia e all’estero. Non ha svolto ricerche di tipo strutturato e la sua attività appare coinvolta più nel flusso documentario e informativo di riflessione leggera sulla condizione che non volta alla produzione di ipotesi o tesi. Ciò che dice a proposito di Boeri può essere assunto come spunto autoriflessivo:”L’idea che capire e sapere signichino entrare in profondità in ciò che studiamo, no a raggiungerne l’essenza, è una bella idea che sta morendo”. Non lo considero un profilo utile ai fini della presente valutazione. Non idoneo

Abilitato: No

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