Ex Libris. Architettura e parole

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Per celebrare la recente uscita, questa volta per i tipi di Letteraventidue, della riedizione di Ex Libris, 011+ pubblica un tandem di post dedicati al bel libro di Giovanni Corbellini, il cui esaurimento della prima tiratura e successiva ripubblicazione mi rendono molto felice: non solo in virtù del suo valore – un’utile mappa per orientarsi tra le idee dell’architettura contemporanea -, ma anche in considerazione delle difficili condizioni in cui versa attualmente il mercato editoriale dell’architettura (e in particolare quello italiano). Cominciamo dunque la festa con una recensione di Roberto Damiani, cui seguirà presto un’intervista all’autore del volume, curata da Alberto Ulisse. DTF   

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Ex Libris. 16 Parole Chiave dell’Architettura Contemporanea, libro scritto da Giovanni Corbellini e pubblicato nel 2007, è stato ripubblicato in una nuova edizione dalla casa editrice LetteraVentidue. Il volume è un indice di sedici parole chiave – parole, evento, densità, mobile, diagramma, superficie, dizionario, collisione, indeterminato, assenza, grande, bello, gioco, contesto, veloce, estremo – emerse nel discorso architettonico tra la metà degli anni novanta e gli anni duemila grazie soprattutto alla loro influenza sulla prassi progettuale. Insieme alla nuova grafica, questa edizione contiene un più ampio post scriptum per ogni parola, che fornisce molti riferimenti bibliografici per approfondire l’evoluzione del loro significato dall’anno della prima pubblicazione a oggi.

Una prima versione delle parole fu presentata nel 2003 nella rubrica Parole Chiave della rivista digitale Arch’it diretta da Marco Brizzi. Come spiegava l’autore, “Parole Chiave si propone come un osservatorio, un luogo di discussione, dove rilevare le tendenze in atto e, possibilmente, cogliere qualche utile tensione”.

Per chi, come chi scrive, aveva letto con grande piacere quella rubrica e aveva apprezzato l’idea di misurarsi con il dibattito architettonico internazionale soprattutto attraverso i libri, la lettura delle stesse parole presentate – questa volta loro – sotto forma di libro, conferma la ricchezza del lavoro di Corbellini, che non poteva rimanere confinato nel formato digitale.

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La prima edizione di Ex Libris fu pubblicata un anno prima della crisi economica del 2008, registrando un passaggio in quel paradigma intellettuale, consolidatosi dagli anni sessanta, in cui il rapporto tra parola e architettura era cambiato. Il libro di Corbellini è il prodotto di una decade che aveva indagato e celebrato l’uso delle parole come concetti per produrre e comunicare quelle che allora cominciarono a essere definite come “strategie”. Come precisa l’autore nel primo capitolo Parole, la scrittura in diverse forme, dal libro al saggio, diventa una parte essenziale nella produzione e diffusione dell’architettura. Oltre ai nomi di Adolf Loos e Le Corbusier come precursori, non a caso, Rem Koolhaas è uno dei riferimenti ricorrenti tra le sedici parole.

Nel 1995, S,M,L,XL di Rem Koolhaas segnò una transizione importante nel rapporto tra architettura e parola. Il grande volume dell’architetto olandese combinava diverse forme scritte, dalla minima come la lettera a quella estesa del saggio, facendo scorrere sul lato lungo di quasi ogni pagina un dizionario di parole. S,M,L,XL aprì la strada a un uso della parola come forma di concettualizzazione che segnò un cambiamento rispetto a quanto precedentemente fatto da architetti come Aldo Rossi o Peter Eisenman: un cambiamento che si consolidò due anni più tardi con la pubblicazione del catalogo della decima edizione di documenta X, nel quale Koolhaas riconosce non solo l’importanza di coniare nuove parole, ma anche di registrarle per esercitare su di esse diritti d’uso esclusivi.

Negli anni successivi, molti critici e architetti cominciarono a interessarsi al modo in cui le parole permettono di pensare l’architettura. La serie di libri dedicati a tale tema si apre con Words and Buildings di Adrian Forty (2000): una storiografia di diciotto parole appartenenti all’architettura del Novecento – carattere, contesto, design, flessibilità, forma, formale, funzione, storia, memoria, natura, ordine, semplice, spazio, struttura, trasparenza, verità, tipo, utente -, descritte principalmente attraverso il dibattito sugli sviluppi e la crisi dell’architettura Moderna. La serie continua con Index Architecture, un elaborato vocabolario con un carattere decisamente operativo, edito da Bernard Tschumi (2003) a partire dalla didattica da lui svolta alla Columbia University. Vi sono poi la serie Verb di Actar e Content dello stesso Koolhaas (2004), in cui l’architetto olandese “brevetta” idee progettuali riassunte da parole a effetto come social condenser, loop-trick o cake-tin architecture.

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Ex Libris si confronta con questi e altri esempi noti, affermando la propria specificità di essere un libro su libri, scegliendo – per la nuova edizione – il testo scritto come unica risorsa, rinunciando a mostrare immagini e ricorrendo a una forma discorsiva invece che saggistica. Corbellini sfrutta infatti il formato della rubrica digitale per esercitare una scrittura agevole e libera da vincoli disciplinari: a differenza del libro di Forty, ad esempio, in Ex Libris l’analisi di ogni parola ha una struttura tematica invece che cronologica, in cui la descrizione è arricchita da riferimenti letterari e cinematografici. Tali libertà, impensabili in una pubblicazione peer reviewed, aggiungono alle parole significati non ancora codificati.

Nella sua forma-libro, Ex Libris conserva consapevolmente l’ambiguità di essere, allo stesso tempo: un frammento di un vocabolario ragionato di parole appartenenti al discorso architettonico; un indice archeologico in cui le parole funzionano come “dispositivi di orientamento” – come li definisce lo stesso autore – che permettono di comprendere alcune traiettorie della storia dell’architettura recente; un saggio di sedici capitoli sulla formazione di un paradigma concettuale nella teoria dell’architettura.

Allo stesso tempo, la nuova edizione solleva alcune perplessità in merito alla mancanza di un posizionamento critico rispetto all’attualità (o meno) delle parole ripubblicate. Un posizionamento relegato ai sedici post scriptum ma assente nel resto del libro. Entrando nel merito delle parole, scorrendole emerge chiaramente come la serie descriva un momento storico specifico nella storia dell’architettura contemporanea: un momento caratterizzato da un certo ottimismo nelle possibilità dell’architettura di essere culturalmente rilevante, anche attraverso un aggiornamento del proprio vocabolario. Rileggendole oggi, alcune parole come grande, diagramma, veloce, estremo o contesto ci spingono a chiederci se i nuovi riferimenti inseriti nei post scriptum siano sufficienti per svolgere una valutazione epistemologica su di esse, o se invece il loro aggiornamento avrebbe beneficiato di un’integrazione più discorsiva.

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Nonostante ciò, i circa quattrocento nuovi riferimenti stimolano riflessioni su altri temi, come ad esempio la marginalità dell’Italia nella mappa della teoria e della critica d’architettura prodotte dagli anni ottanta in poi. Come già suggerito dalla pila di libri in copertina, persino il lettore più distratto si renderà conto della prevalenza di testi in lingua inglese tra i nuovi riferimenti, con una certa dominanza di quelli prodotti negli Stati Uniti, e in particolare nella costa Est, tra New York e Boston. Al di là delle specifiche scelte dell’autore, tale prevalenza conferma un’intuizione di Ignasi de Solà-Morales, riportata dall’architetto canadese George Baird nel saggio Criticality and its Discontents. Secondo il critico spagnolo, a partire dagli anni novanta il baricentro della teoria dell’architettura si è progressivamente spostato dall’Europa agli Stati Uniti, confermando implicitamente la parabola discendente del dibattito italiano, fino ad allora tra i più influenti nel Vecchio Continente.

La domanda che sorge spontanea dopo aver letto il libro – se si tratti di uno strumento per codificare un linguaggio pre-2008 o di un indice sintetico valido per la pratica contemporanea – resta aperta. In una fase in cui la produzione architettonica, in Italia come altrove, sembra fin troppo fiduciosa nel potere intrinseco dei collage e dei disegni, Ex Libris ci costringe a considerare nuovamente le parole come uno strumento fondamentale per condividere le intenzioni che si celano dietro ogni architettura.

Roberto Damiani

Roberto Damiani è Postdoctoral Fellow all’università John H. Daniels di Toronto e curatore del nuovo programma di mostre Italy Under Construction promosso e sponsorizzato dall’Istituto Italiano di Cultura a Toronto.

Info
titolo > Ex Libris. 16 parole chiave dell’architettura contemporanea
autore > Giovanni Corbellini
casa editrice > Letteraventidue
pagine > 160
anno > 2016
prezzo > € 20,00

 

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