Il Giardino del Dono

© StudioErrante

La richiesta per il giardino del dono era quella di uno spazio di rappresentanza oltre che di riflessione per la cittadinanza. Uno spazio ricco di significati nel quale fosse anche piacevole sostare. Lʼattuale aiuola dedicata al monumento dellʼAVIS presenta una conformazione incentrata su un modulo quadrato, costruita attraverso un disegno regolatore che genera le geometrie delle zone verdi; lʼodierno monumento dedicato allʼAVIS, al centro dellʼarea, si sviluppa verticalmente diventando il protagonista di questo spazio urbano. Questo, progettato negli anni Novanta dall’ arch. Pompeo Trisciuoglio, da programma, deve essere conservato.

Non riteniamo però possibile aggiungere in questo spazio ristretto un altro monumento puntuale, un altro totem, che inevitabilmente genererebbe una gerarchia tra elementi a così stretta vicinanza. Lo spazio del giardino è un vuoto nel tessuto storico, che si relaziona però inesorabilmente con lo spazio circostante. Lʼ alto muro dellʼ Arciconfraternita Santa Croce, Via Vittorio Veneto con il suoi caseggiati continui, la casa di riposo. Proprio la cortina continua che caratterizza la via principale ha suggerito di dare volume allʻ intervento e la soluzione ha assunto una conformazione solida, tridimensionale.

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La proposta progettuale nasce quindi dal desiderio di creare un elemento che unifichi lʼintera area, che assolva al ruolo di riparo dal sole, che delinei volumetricamente lʼarea e che simboleggi la partecipazione della comunità, il sostegno, il rinnovarsi della vita. Ecco quindi la scelta di utilizzare, declinandola, la tipologia del gazebo (gazebao), delle piante rampicanti, degli alberi pilastro.

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Questo concetto si traduce in una struttura a 5 pilastri compositi, alti 4 metri che sorreggono un impalcato a travi a lama verticale a definire un tralicciato a moduli quadrati, memoria delle pergole tradizionali. La figura del quadrato, su cui di fondano le geometrie che regolano la dislocazione del preesistente obelisco dell’AVIS al centro dello spazio , ha imposto una strategia simile nella definizione della griglia modulare del sistema pilastro-impalcato, anche se più volte coscientemente trasgredita. La forte asimmetria nel posizionamento dei pilastri ne è un risultato, così come è avvenuto, seppur più marcatamente, nel posizionamento del volume dei servizi pubblici e delle sedute.

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La struttura si presenta quindi ariosa e aerea, in grado di garantire la vista verso il monumento dellʼAVIS, di offrire ombre mutevoli e frescura. I pilastri che la compongono sono fasci di tubi di acciaio zincato e verniciato in bianco, del diametro di 7 cm che innalzandosi descrivono allʼ estremità una cerchiatura a base quadrata di circa 6 mq di area. La corona dellʻ impalcato che circonda il monumento preesistente ha un ampiezza di 4 metri determinato dallʼ accostamento di 1 + mezzo modulo da 2,5 metri.

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Nel giardino del dono, oltre allʼ aiuole dalle quali si diramano le piante rampicanti ospitate dalla struttura deL gazebo, sono presenti varie tipologie di sedute che permettono di sostare in zone più o meno ombreggiate. Le sedute sono blocchi realizzati con differenti strati di calcestruzzo e rifinite con un sottile e soffice strato di poliuretano. I volumi irregolari delle sedute sono stati progettati in modo da potersi comporre in molteplici configurazioni. Sono presenti infatti quattro moduli di differenti altezze che permettono di sedersi, giocare, sdraiarsi, utilizzare il blocco più alto (70 cm) come un tavolo. Inoltre le sedute sono state disposte in modo da creare delle “isole” che permettano a differenti gruppi di persone di raccogliersi attorno. Le sedute sono state studiate per consentire un uso flessibile (i “blocchi” sono infatti di diverse altezze e dimensioni così da poter essere sedia, tavolo, panchina).

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Lʻ area del modulo base dellʼ impalcato, specchiata a terra, definisce la misura delle aiuole che circondano le basi delle “colonne-albero” e dalle quali crescono le piante rampicanti che troveranno supporto sulla struttura verticale grazie ad una maglia irregolare di cerchi di acciaio zincato. Le cinque aiuole sono delimitate da cerchiature in acciaio corten, lo stesso che delimita lo spazio del giardino. Le specie rampicanti adatte a ricoprire lo scheletro del gazebo sono il falso gelsomino, lʼ edera – entrambe sempreverdi e dunque in grado di garantire un aspetto vegetale anche durante il periodo invernale – frammiste a varietà di glicine e rosa.

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Le sedute, così come il volume scatolare dei servizi pubblici, sono elementi “appoggiati”, disposti in modo da sgretolare la regolare scansione geometrica del giardino. Sedute e bagno sono inoltre accomunati dal materiale utilizzato: sono infatti costituiti dalla sovrapposizione di getti di differenti tipologie di calcestruzzo. I diversi inerti utilizzati nei vari strati, così come il trattamento superficiale, determinano finiture differenziate. La sovrapposizione degli strati di calcestruzzo rappresenta il legame con il suolo. Lʼintera pavimentazione è in porfido, materiale che caratterizza lʼintero centro storico di Caramagna Piemonte. Il cordolo attorno al giardino in acciaio corten, si trasforma in vasca lungo due lati del giardino in modo da assorbire il dislivello del lotto e di conseguenza permettere che la pavimentazione si sviluppi su una piattaforma senza dislivelli e accessibile. Inoltre le vasche in corten costituiscono una sorta di diaframma che separa il giardino dalla strada, così da isolarlo dal traffico e garantire una maggiore sicurezza per il gioco dei bambini.

Gallery

Credits

  • progetto > StudioErrante (Sarah Becchio, Paolo Borghino)
  • localizzazione > Caramagna Piemonte, Cuneo
  • tipologia > spazio pubblico
  • cronologia > 2010 – on-site
  • esito > progetto primo classificato

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