Stairway to Heaven

© Paolo Didonè

Un paesaggio ha meno valore quando è osservato attraverso una parete di cristallo; la presenza costante di questa vista genera consuetudine nel visitatore. Io ammirai a pieno la bellezza del Duomo di Michelangelo quando lo osservai attraverso il foro dalla serratura di una porta.

L. Barragán, conversazione con Selden Rodman, 1958

© Paolo Didonè

Un edificio molto alto deve relazionarsi con il cielo e con il tessuto urbano in cui è inserito, spesso iper-densificato. L’uomo, in questi spazi, viene astratto dall’elemento naturale poiché il costruito diventa una barriera visiva verso l’alto. Abbiamo associato questa situazione alle opere di James Turrell in cui spazi chiusi sono organizzati per incorniciare il cielo e ammirare gli elementi atmosferici attraverso aperture applicate nel tetto. L’idea è quella di forare l’edificio per ricollegare l’uomo al cielo, attraverso una vista “controllata” verso l’alto.

© Paolo Didonè

Il cielo viene “catturato” all’interno del grattacielo diventando parte integrante dell’architettura. Il vuoto sul cielo è enfatizzato maggiormente se il resto della struttura appare all’occhio umano come un volume pieno. L’edificio, tuttavia, non può essere cieco, ha bisogno di luce, e quindi di superfici vetrate, schermate dai raggi solari per evitarne il surriscaldamento.

© Paolo Didonè

L’anamorfosi è un artificio prospettico atto a rendere un’immagine pittorica leggibile solo da un punto di vista anomalo, per lo più obliquo. L’idea è che l’edificio prenda forma secondo questa tecnica con una serie di lamelle che hanno il doppio compito di proteggerlo dal sole e di modificarne l’aspetto a seconda del punto di vista.

© Paolo Didonè

Questi elementi hanno tre diverse profondità in base al tipo di spazio che proteggono e una sezione più sottile in corrispondenza degli spazi pubblici così da favorire una maggiore trasparenza. Sono invece più lunghi in corrispondenza degli spazi privati all’interno.

© Paolo Didonè

I diversi spessori degli elementi strutturali permettono di dare anche una lettura dello schema funzionale dell’edificio in facciata. Il Grattacielo è composto da 3 piani per l’ingresso, 7 piani di spazi commerciali, 9 piani di spazi direzionali, 15 piani di hotel e 18 piani di residenziale. Ognuna di queste funzioni ha degli spazi pubblici in quota utili alla funzione stessa e chiaramente leggibili dall’esterno.

© Paolo Didonè

Nel grande vuoto lasciato per incorniciare il cielo viene collocato uno spazio pubblico per le residenze, un luogo di incontro di funzioni e persone con un punto di vista diverso da quello a livello del terreno.

© Paolo Didonè

In questo modo il grattacielo risulta una figura dinamica e ambigua, la cui immagine varia secondo il punto di vista adottato.

Gallery

Credits

  • progetto > Paolo Didonè
  • in collaborazione > Sergio De Gioia, Fabrizio Michielon
  • collaboratore > Francesco Cicognetti
  • localizzazione > Milano
  • programma > edificio polifunzionale
  • cronologia > 2012
  • concorso > Giovani Architetti Grattano il Cielo – Casabella Laboratorio
  • esito > progetto vincitore a pari merito

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