Pietra e vetro

© Raimondo Guidacci

Il luogo in cui è prevista la realizzazione della nuova manica accoglienza,  è un luogo  di notevole valore paesaggistico e simbolico. Un luogo per troppo tempo dimenticato dalla città di Torino. Progettare la nuova manica accoglienza significa dunque, non solo confrontarsi con la Villa e il  suo giardino, ma relazionarsi con la collina e con l’intera città.  Significa accettare la sfida del confronto sapendo di dover necessariamente intervenire in modo discreto ma coraggioso, evitando atteggiamenti troppo timidi o eccessivamente invadenti rispetto al luogo. Ma significa soprattutto ridisegnare e ridefinire gli equilibri di un spazio ricco di storia. Il nostro tentativo è stato dunque quello di accettare il confronto con il luogo scegliendo un’architettura semplice e ben riconoscibile.

© Raimondo Guidacci

Due sono sostanzialmente gli elementi che caratterizzano il progetto: un volume compatto, completamente rivestito in pietra, che assume quasi l’aspetto di un grosso muro di contenimento della collina; un secondo volume aperto, completamente realizzato in vetro, che cerca un rapporto più diretto con il giardino e il paesaggio circostante. Due parallelepipedi dunque della stessa dimensione ma di peso diverso, attraversati da una  rampa lungo tutto il lato maggiore che li separa, consentendo il collegamento dall’esterno, al terrazzo di copertura. Il volume in pietra contiene i vani tecnici e gli spazi di servizio previsti dal bando, quello in vetro gli spazi di accoglienza, la grossa sala ed il ristorante.

© Raimondo Guidacci

Anche la copertura è pensata in  vetro. In tal modo dall’interno della nuova manica, lo sguardo può muoversi senza ostacoli in ogni direzione: sarà il paesaggio circostante ed il cielo a delimitarne la vista. Anche la pavimentazione è prevista in grosse lastre di  vetro opaco.  Solo  lungo la fascia adiacente al giardino, saranno utilizzate lastre in vetro trasparente che consentiranno la vista su una vasca d’acqua sottostante. L’acqua, terzo elemento del progetto dopo la pietra ed il vetro, avrà come punto d’origine la fontana già presente  nella manica di collegamento, e proseguirà lungo la rampa di accesso alla nuova manica scorrendo alla base del muro esistente.

© Raimondo Guidacci

Grosse lastre in beola bianca rivestiranno completamente l’altro volume, il cui carattere compatto sarà accentuato dall’ assenza di bucature in facciata. Pochi tagli dall’alto lo scaveranno in alcuni punti  garantendo l’aerazione e l’illuminazione degli spazi interni. Un secondo percorso, ricavato alle spalle del volume in pietra, consentirà di raggiungere i locali di servizio in modo autonomo rispetto alle funzioni principali. La rampa esterna, permetterà il funzionamento dei percorsi esterni indipendentemente dagli orari di apertura della nuova manica. Il progetto prevede lo spostamento degli attuali servizi igienici all’interno del volume in pietra, in modo tale da liberare una maggiore superficie da destinare all’accoglienza.

© Raimondo Guidacci

Una sorta di scatola in acciaio lucido posizionata all’interno del volume in vetro, ospiterà il guardaroba, il bookshop e una piccola caffetteria. Le superfici riflettenti delle sue pareti rimanderanno continuamente al paesaggio circostante. La pavimentazione in vetro proseguirà con una piccola scalinata sul soppalco destinato al ristorante diventando al contempo copertura di una sala conferenze da 140 posti. L’intero volume in vetro, staccato di circa un metro e mezzo dalla manica di collegamento esistente, delimiterà un piccolo spazio  esterno caratterizzato da una grossa vasca d’acqua.

© Raimondo Guidacci

La struttura sarà costituita da esili colonne in metallo con pianta a croce greca ottenute dall’unione di 4 elementi angolari, mentre una seconda struttura costituita da travi in vetro reggerà la copertura scendendo anche in facciata. La traslazione verso valle del volume in vetro rispetto a quello in pietra, oltre a risolvere il problema dell’attacco del nuovo edificio alla manica di collegamento esistente, determinerà un aggetto dello stesso di circa un metro e mezzo sul muro esistente consentendo la vista della nuova manica dalla rampa di ingresso.

© Raimondo Guidacci

Pietra, vetro ed acqua sono dunque i tre materiali che  il progetto utilizza per confrontarsi con la Villa ed il paesaggio circostante e lo fa scegliendo forme semplici e ben riconoscibili nel rispetto di un luogo così ricco di storia.

Gallery

Credits

  • progetto > Raimondo Guidacci
  • collaboratori > Maciej Bednarski, Dariusz Florczak
  • localizzazione > strada Santa Margherita 79, Torino
  • tipologia > edificio per servizi
  • cronologia > 2010
  • concorso > Villa della Regina: nuova manica accoglienza visitatori
  • esito > progetto terzo classificato

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