Senza architettura

books

Dall’introduzione di Pippo Ciorra:

Adorata nell’industrial design e nella moda, data per scontata nella tecnologia e nei media, la voglia di innovazione incontra sempre forti resistenze nel nostro paese quando si tratta dei settori creativi più «tradizionali»: visual arts, letteratura, cinema, e architettura «contemporanea». Soprattutto se per contemporanea si intende un’architettura fortemente intrisa dello spirito, della tecnologia, delle disarmonie, dei conflitti e delle incertezze che caratterizzano il nostro tempo.

Il problema, direbbero alcuni, è che la nostra architettura è ancora immersa in una «crisi» cominciata negli anni settanta col fallimento dei grandi quartieri pubblici e aggravata da Tangentopoli. Non so, forse, però cominciano ad essere episodi abbastanza lontani nel tempo. C’è da dire che nell’Italia architettonica della seconda metà del Novecento ci siamo crogiolati spesso nell’idea della «crisi», come se praticare una disciplina accertandone continuamente lo stato di crisi mettesse in qualche modo al sicuro la buona fede dei progettisti.

[…]

Oggi, però, alcuni elementi di novità ci sono, e sono tali da rendere particolarmente stridenti le contraddizioni del nostro mondo […]. Il primo campanello d’allarme, quello che già da qualche anno ha messo in ansia le ultime generazioni di addetti ai lavori, viene dal confronto con la situazione internazionale. […] Il secondo campanello d’allarme viene proprio dalla strana contraddizione tra l’apparente successo mediatico che ha oggi l’architettura (anche) in Italia e le difficoltà che ancora attraversano gli architetti italiani. […] Il terzo elemento di preoccupazione è invece legato a una immanente sensazione di spreco.

[…]

Proprio da questo disagio […] nasce l’idea di scrivere questo libro e di condurre una veloce indagine sugli aspetti problematici dell’architettura italiana. Il libro è strutturato in tanti brevi capitoli quanti sono secondo me i nodi da affrontare – riviste, università, grandi mostre, istituzioni di vecchia e nuova fondazione, rapporti con i committenti e con i centri di potere culturale internazionale, critica, alleanza (mancata) con l’arte, con la tecnologia, con i media – con l’evidente consapevolezza di non poter indicare soluzioni immediate per nessuno di questi problemi, ma con l’intenzione di individuare e provare a sciogliere alcuni nodi nevralgici, almeno per vedere di cosa sono fatti.

[…]

Per noi […] questa è l’ennesima occasione per rientrare in gioco e rimetterci al passo con il mondo, le sue priorità, la sua ricerca di nuovi linguaggi progressivi e spettacolari. Lo scopo di questo libro è contribuire a creare le premesse per questa «ripartenza», sgombrando il campo da equivoci decennali e orientando lo sguardo verso il futuro.

Indice

«Avessi un giardino…» | V

1. L’Italia e la scena internazionale | p. 3

2. La professione in Italia: massa senza potere | p. 16

3. Università (La meglio gioventù) | p. 28

4. La scomparsa della città | p. 41

5. Architettura e rivoluzione | p. 53

6. Lo spazio vuoto della critica | p. 64

7. La moltitudine delle riviste | p. 77

8. Media e «architeinment» | p. 90

9. Arte e genetica | p. 101

10. Tecnologia e ambiente | p. 114

Nota Bibliografica | p. 123

Indice dei nomi | p. 127

Riferimenti

  • titolo > Senza architettura. Le ragioni di una crisi
  • autore > Pippo Ciorra
  • editore > Laterza
  • anno > 2011
  • prezzo > 12,00 euro

Buy online @ O.O.L.P.

Per comprare il libro Senza architettura. Le ragioni di una crisi con uno sconto del 10% sul prezzo di copertina accedi alla pagina ACQUISTARE del sito della libreria O.O.L.P. ed inserisci nelle note del Modulo d’ordine il codice ARC01TEO03.

Related Posts

Facebooktwittergoogle_pluspinteresttumblr


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

italian-theories

Related Posts

Facebooktwittergoogle_pluspinteresttumblr